Dibattito riforma PAC
20 Oct 2020Presidente, Commissario, Onorevoli colleghi,
di fronte a una vera emergenza globale, che si manifesta nelle sempre più frequenti catastrofi climatiche che affliggono le nostre aree rurali e i nostri agricoltori, la richiesta per un cambiamento radicale non può rimanere inascoltata.
Per affrontare efficacemente questa emergenza, serve un approccio comune e coordinato, affinché i nostri agricoltori possano fare un ulteriore salto di qualità nell’erogazione di servizi ambientali a beneficio dell’intera collettività. Al contrario, la proposta di riforma della PAC presentata nel 2018, delega agli Stati membri enormi responsabilità: di fatto, una ri-nazionalizzazione dell’intervento europeo per il settore agricolo e per le aree rurali. Per questo, come Gruppo socialista, abbiamo preteso di riaprire le discussioni sui tre dossier, nonostante il voto della Commissione Agricoltura: una scelta che oggi rivendichiamo come un successo, visti i passi in avanti cruciali ottenuti.
Lasciatemi quindi ringraziare tutto il nostro team negoziale per l’incredibile lavoro svolto, a partire dal dossier sull’OCM - con il rafforzamento delle misure di gestione delle crisi di mercato e la maggiore trasparenza lungo la filiera -, a quello sul Regolamento Orizzontale - tramite il quale vogliamo salvaguardare la dimensione comune della PAC - fino ai Piani Strategici.
E proprio in merito ai Piani Strategici, mi sorprendono le campagne lanciate negli ultimi giorni da alcuni portatori di interessi, contro i risultati raggiunti grazie all’incessante lavoro del nostro team negoziale. Passi in avanti inimmaginabili fino a qualche mese fa. Voglio citarne tre su tutti: chiediamo di dedicare almeno il 30% dei fondi del Primo Pilastro agli Eco-Scheme, la misura definita a livello europeo che dovrà accompagnare e guidare i nostri agricoltori verso metodi produttivi sempre più sostenibili.
Vogliamo poi innalzare al 35% le spese per le misure agro-ambientali nel Secondo Pilastro, aggiungendo una soglia minima del 30% per gli investimenti sostenibili, in linea con gli obiettivi del Green Deal. E proprio per allineare la PAC a questi obiettivi, chiediamo anche una revisione entro il 2025 dei Piani strategici nazionali, che tenga conto delle normative derivanti dall’implementazione del Green Deal.
Il tutto senza mettere in secondo piano la dimensione economica della PAC che, secondo il Trattato, deve migliorare la produttività e sostenere il reddito degli agricoltori. Vogliamo infatti un’agricoltura ancora più forte e competitiva: non possiamo dimenticarci di quanto i nostri agricoltori e lavoratori agricoli hanno fatto durante l’emergenza dovuta al Covid, mettendo a repentaglio la propria salute pur di garantire la disponibilità del cibo arrivato ogni giorno sulle nostre tavole.
Per questo, abbiamo lavorato a un compromesso ambizioso, in grado di salvaguardare la sostenibilità sociale, economica e ambientale del settore. Siamo infatti più che mai pronti a raccogliere le sfide lanciate con le Strategie Farm-to-Fork e Biodiversità, che però non devono sostituirsi alla PAC, ma affiancarla nel guidare gli 11 milioni di agricoltori europei verso la realizzazione di obiettivi comuni.
Per questo, caro Commissario, ci aspettiamo nei un’assunzione di responsabilità da parte della Commissione affinché metta sul tavolo proposte legislative concrete, basate su rigorose analisi di impatto, che noi come co-legislatori valuteremo e cercheremo di migliorare, nell’interesse dei nostri agricoltori, produttori agro-alimentari e di tutti i cittadini europei. Grazie.