Lavoriamo a una riforma della PAC per i prossimi 10 anni
04 Dec 2019Agricoltori pronti a essere protagonisti della lotta al cambiamento climatico.
“Dobbiamo dare agli agricoltori europei un traguardo di almeno 10 anni una volta che entrerà in vigore la futura Politica agricola europea. Solo quattro anni fa è partita l’ultima riforma della Pac e solo due anni fa la sua revisione con l’entrata in vigore del regolamento Omnibus. Agli agricoltori – dice Paolo De Castro, coordinatore S&D alla commissione Agricoltura del Parlmento europeo – va lasciato il tempo necessario per poter dare risposte concrete e ancora più ambiziose alle attese che l’Europa ripone in loro”.
Oggi, infatti, “Bruxelles chiede ai nostri produttori di essere protagonisti del nuovo patto per la lotta al cambiamento climatico, ma c’è bisogno di un orizzonte temporale adeguato affinché l’agricoltura europea venga guidata verso la realizzazione di obiettivi comuni e incentivata a fare un ulteriore salto di qualità nell’erogazione di servizi ambientali di cui possa beneficiare l’intera collettività”.
Per De Castro “non dobbiamo farci prendere dalla fretta di approvare una nuova riforma il prima possibile, mentre c’è l’urgenza di fare le cose nel migliore dei modi di fronte alla sfida sociale, ambientale ed economica che l’Europa deve affrontare nel prossimo decennio, con un progetto comune”. “Ma per realizzare un progetto ambizioso bisogna dotarsi di mezzi ambiziosi – precisa De Castro – e a oggi le aspettative sul quadro finanziario europeo per i prossimi sette anni sono più che mai deludenti. Basti pensare che la bozza di bilancio europeo 2021-2027 su cui al momento sta lavorando la presidenza di turno finlandese dell’Ue è addirittura inferiore all’1,1% del Pil dell’Unione proposto dalla Commissione europea, a fronte dell’1,3% del Pil che chiede l’Europarlamento”.
“Una visione miope sul futuro dell’Europa – conclude De Castro – rischia di portare alla rinazionalizzazione della Pac, mentre abbiamo molte politiche ambiziose da realizzare e i nostri agricoltori, insieme a tutta la filiera agroalimentare europea, sono più che mai pronti a fare la loro parte”.