Deputati e Commissione Ue, avanti contro pratiche commerciali sleali in filiera agroalimentare
Eurodeputati e Commissione europea sono concordi: andiamo avanti per legiferare al più presto contro le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. Teniamo anche a tranquillizzare gli operatori che più sono preoccupati delle nostre richieste: non si tratta di una caccia alle streghe contro alcune categorie, ma vogliamo migliorare il funzionamento della catena alimentare nell’interesse di tutti, dalla terra alla tavola, dagli agricoltori ai consumatori. Questo Parlamento ha accolto con estremo favore la proposta di direttiva della Commissione europea sulle pratiche sleali, da noi già fortemente richiesta dal 2016, in quanto rappresenta un passo avanti sulla strada tracciata dal Regolamento Ue Omnibus (di fatto la riforma a metà percorso in vista della futura Pac) nel fornire ai nostri agricoltori tutti gli strumenti per rafforzare le proprie prerogative contrattuali e poter far fronte ad un mercato caratterizzato da una sempre maggiore volatilità. Il nostro obiettivo è quello di mettere fine alle inefficienze economiche che vanno a discapito non solo dei produttori ma anche della qualità del cibo che arriva sulle tavole di milioni di consumatori. Per questo, il lavoro del Parlamento mirerà a rendere la proposta ancora più ambiziosa estendendo l’applicazione a tutti i prodotti agricoli (florovivaismo, alimenti per animali…) non solo alimentari e a tutti i fornitori, eliminando il limite di 50 milioni di fatturato e 250 dipendenti previsto nella proposta della Commissione Ue. I tempi sono strettissimi, dobbiamo infatti chiudere un accordo politico con la Presidenza austriaca entro Natale per vedere il testo finale votato dalla Plenaria durante questa legislatura.
Sono convinto che possiamo farcela anche perché ho appena ricevuto, e li ringrazio, il sostegno congiunto al nostro approccio dall’AIM (l’Associazione europea delle Industria di marca), dal Copa-Cogeca (il Comitato delle organizzazioni professionali agricole e il Comitato generale della cooperazione agricola dell’Unione europea), dall’Ufficio per il commercio equo e solidale e dal FoodDrinkEurope (l’Associazione delle imprese agroalimentari europee).