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De Castro: concentrazione terreni agricoli in mano a pochi non è colpa della Pac

17 Dec 2019

E' malcostume che la proposta di riforma agricola rischia di favorire

Strasburgo, 17 dicembre 2019. "Il malcostume che ha portato in alcuni Stati membri all'accaparramento di terre agricole da parte di pochi e a svantaggio dei veri agrioltori, non ha nulla a vedere con la Politica agricola comune", ha affermato Paolo De Castro, coordinatore S&D al Parlamento europeo, intervenendo all'Assemblea plenaria oggi a Strasburgo.

"Nelle ultime settimane - ha indicato l'eurodeputato Pd - si è discusso molto di situazioni sconcertanti di cui la stampa internazionale ha fatto eco, ma se la privatizzazione dei terreni di un Paese ha favorito pochi amici dei potenti, non è certo colpa della Pac". "Anzi - ha proseguito De Castro - come Parlamento europeo negli ultimi anni abbiamo fatto sforzi importanti per impedire il business sregolato della terra. Ad esempio, abbiamo introdotto un tetto ai pagamenti europei erogati per singolo beneficiario, che può essere solo l'agricoltore attivo".

"Ma tanto resta ancora da fare. E per questo - ha ricordato De Castro - il Parlamento ha preso una posizione chiara nella nostra relazione sulla concentrazione dei terreni agricoli dell'Unione. Purtroppo - ed è motivo di grande preoccupazione - la nostra posizione non trova riscontro nell'attuale proposta di riforma della Pac". La ragione: "un eccesso di flessibilità garantita agli Stati membri accrescerebbe il rischio che certi comportamenti possano essere favoriti ancora di più da scelte nazionali". Per l'eurodeputato questa proposta "è una spinta alla ri-nazionalizzazione della Pac".

"Oggi più che mai - ha concluso De Castro - c'è bisogno di un forte ancoraggio a obiettivi e strumenti comuni, capaci di sventare ogni apertura all'individualismo politico che farebbe della Pac un mero contenitore di risorse, senza salvaguardarne la strategia sociale, economica e ambientale".